Il rapporto tra teologia e spiritualità è complesso e in alcune direzioni anche difficile da indagare; questo non significa che bisogna evitare di porsi domande o rinunciare a capire.
La teologia attiene l’atto riflessivo e argomentativo; la spiritualità quello esperienziale e contemplativo. Mettere in comunicazione i due ambiti e farli interagire per ricavarne indicazioni di percorso è una sfida che vale sempre la pena accettare. Rosetta Mascali l’ha accettata e ne ha ricavato una riflessione che, muovendosi sul crinale del vissuto esperienziale e dell’esperienza pastorale, ha cercato di cogliere le modalità di questo rapporto evidenziandone le potenziali proiezioni positive e nello stesso tempo le potenziali ambiguità. Infatti, laddove l’esperienza diventa unica misura della fede si rischia una deriva antropologica caratterizzata da un soggettivismo pericoloso; laddove la ragione cerca sempre e ad ogni costo di piegare alle esigenze della tematizzazione ciò che invece può essere solo ‘vissuto’ e ‘narrato’ si rischia una deriva razionalista e sostanzialmente incredula.
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